Ciao!
Dopo la pausa estiva rieccomi qui. Vorrei condividere un'intervista molto particolare che ho realizzato per Le Salon Musical. I protagonisti sono i Casia Flos, alias il duo formato da Stefano Somalvico e Cinzia Prampolini, i quali si sono uniti ad altri valenti musicisti per realizzare un progetto veramente interessante.
Il protagonista è un compositore italiano dell'area veneziana, vissuto in piena epoca di peste e forse da essa stessa portato via in giovanissima età: Domenico Obizzi.
Casia Flos, durante le prime fasi della pandemia da Covid, ha scelto i Madrigali et Arie per voce sola, e ne ha realizzato una incisione in digitale accompagnata da un volume contenente sia l'intero corpus dei testi che le partiture.
L'intervista è già uscita su Le Salon Musical, a questo link. Ma la condivido come sempre qui sotto, per esteso:
"Casia Flos è un ensemble vocale e
strumentale specializzato nel repertorio compreso tra il medieovo e il Barocco.
Fondato da Stefano Somalvico (dulciana) e Cinzia Prampolini (soprano), ha all’attivo
diverse incisioni e concerti. A breve sarà presentato, in prima assoluta, il
loro ultimo disco “Sospiro Amoroso”, dedicato al compositore veneziano Domenico
Obizzi – autore vissuto in pieno periodo di peste, e ahimè mancato troppo
presto.
Per l’occasione, ho realizzato
un’intervista all’ensemble, che ha accettato con molto piacere di rispondere a
qualche domanda.
Come nasce questo progetto su Obizzi?
C: Seduti al tavolo di un’osteria veronese
nel primo periodo post pandemia, e facendo il cosiddetto “pensatoio creativo”,
a me venne in mente un autore che avevo affrontato, tempo addietro, per un esame
di retorica in Conservatorio: si trattava proprio di Domenico Obizzi. Ne parlai
a Stefano, anche perché avevo notato che non c’era praticamente nulla di edito a
riguardo. Così ci siamo messi a ricercarne le partiture. Saltò subito
all’occhio la bellezza e la freschezza della sua musica.
Chi era Obizzi? A quale periodo appartiene?
S: Qui credo sia necessaria una
piccola digressione per spiegare chi è Obizzi, e come contestualizzarlo: Il
Barocco è una delle tante tensioni che vennero a svilupparsi nel corso del
Seicento. Superato lo spazio razionale e il manierismo rinascimentale,
sviluppatosi prima in ambiente artistico, poi letterario, e successivamente
musicale, il Barocco ha in sé tendenze artistiche molto diverse tra loro, di
paese in paese, che a volte si dubita di poterle ridurre a un unico fenomeno
culturale. È in questo contesto che ha luogo la brevissima esistenza di Domenico
Obizzi. Cosa sappiamo di questo musico? Che nacque presumibilmente nel 1611, e
che nel 1627 fu assunto come “putto soprano” (quindi, come cantore) della
Cappella Marciana, diretta da Monteverdi. Poco, pochissimo, praticamente
null’altro… Non si hanno più notizie di lui dopo la peste veneziana del 1630,
ragion per cui supponiamo che quell’epidemia possa aver mietuto anche lui, a
soli 19 anni.
È piuttosto curioso che questo progetto coinvolga un giovanissimo
compositore vissuto in un momento storico di grande epidemia. C’è qualche
relazione con il momento allora presente, con il fatto che fossimo noi stessi
immersi in un contesto affine?
C: Quello, a dire il vero, è stato
il primo segno che ci ha convinti a continuare con il nostro progetto, e a portarlo
fino in fondo. L’assonanza tra quel che stavamo vivendo con il Covid e la peste
del 1630 era palese. Al contempo, vedere che la musica di Obizzi sia
sopravvissuta e giunta fino a noi, che i Madrigali
e le Arie a voce sola siano stati da lui composti a soli 15 anni, ci è
sembrato un chiaro segno che qualcosa a suo riguardo era doveroso realizzarlo.
Parliamo ora un po’ più strettamente del contenuto dell’opera: i Madrigali e le Arie a voce sola. Che
stile hanno? Quali sono le loro peculiarità?
S: Le composizioni del Libro Primo aderiscono chiaramente alle
forme e alla retorica del periodo, ma sono permeate dalla quella freschezza e
spontaneità tipiche dell’adolescenza. L’amore e la bellezza, cantate in modo “artificioso”
e retorico; il piacere che viene dalla contemplazione della natura; e, allo
stesso tempo, il senso di caducità del tutto, del passare inesorabile del tempo,
del confronto tra la vita e la morte.
Rinnovando la poetica musicale mediante il ricorso al meraviglioso, allo “strano”
e allo sbalorditivo (in poesia è detto Concettismo), Obizzi mostra, sovente, un
panneggio ricco di grande sensualità e dolcezza, senza mai perdere in
naturalezza.
I testi che Obizzi sceglie per i suoi madrigali e arie sono di Pietro
Michele. Potete parlarci di questo autore?
C: I lavori poetici di Michiele trovano perfetta coesione con lo stile di
Obizzi. Michele nacque nel 1603 da una nobile famiglia veneziana e fu membro
dell’Accademia degli Incogniti. Genio alquanto precoce, mostrò il suo talento soprattutto
in lavori di stampo strettamente marinista.
Il passo di decidere di incidere
l’intera monografia dei Madrigali e Arie
a voce sola è stato praticamente istantaneo. Contattata l’etichetta
Torculus Records e il suo lungimirante editore Paolo Pozzi, è poi bastato reperire
i musicisti per registrare i 32 tra madrigali e arie (in pieno lockdown).
Artisti di fama internazionale, che furono entusiasti all’idea di ridare vita alla
musica di Obizzi: Pietro Prosser (tiorba e chitarra spagnola), Marco Vincenzi (spinetta
attiorbata), Maria Christina Cleary (arpa), e Rodney Prada (viola da gamba e
lirone).
S: Questo progetto discografico,
realizzato in digitale, diventa un supporto fisico grazie alla collana “Le
Pagine di Euterpe” di KDope Editore. Abbiamo deciso di realizzare un libro
contenente i testi di Pietro Michiele, gli spartiti dell’edizione del 1627 e il
richiamo alla pubblicazione digitale tramite QR code. Una formula forse non
nuova, ma senza dubbio la migliore per rendere giustizia al nostro intento di
riportare alla luce uno spaccato di vita incredibile e una musica di altissimo
livello.
So che la presentazione avverrà a breve e in un contesto molto
particolare. Volete darci qualche dettaglio?
C: Certamente! Sarà il 26 di
Settembre, alle ore 18, presso il Salone degli affreschi della Società
Umanitaria (Via San Barnaba, Milano - ndr). L’ingresso è libero. Si tratta di
una felice occasione, perché siamo stati invitati da Michele Marzulli, presidente
della LIDU, la Lega Internazionale Diritti dell’Uomo, in occasione del
centenario dell’associazione."
In attesa di tornare qui con tante novità...
Andrew