mercoledì 27 giugno 2018

"Bach: Concerto alla maniera italiana" (Per antiche contrade - XIV edizione - 23 Giugno 2018)

Sabato scorso, 23 Giugno, sono tornato in un posto che a me piace molto, ovvero la Chiesa di San Nicola ad Almenno San Salvatore, uno dei luoghi a mio avviso più affascinanti del territorio insieme a quella di San Giorgio. Avevo visto sui social la pubblicità di un concerto molto interessante, che vedeva protagonista Luca Oberti. Praticamente, un concerto per clavicembalo solo.
Siccome non avevo ancora avuto modo di vivere un'esperienza del genere, le sono corso incontro (infatti ero in seconda fila, a due passi dall'esecutore).


Il programma era interamente dedicato a Johann Sebastian Bach, con particolare attenzione alle opere dal carattere "italianeggiante", dichiarato o meno che sia. Lo stesso Luca Oberti, preoccupandosi di introdurre sia l'intero concerto che i singoli brani, ha accennato alle esperienze italiane di Bach, le quali montano esattamente a ZERO, e di come, attraverso lo studio di partiture di allora noti compositori dello stivale (Frescobaldi, Marcello, Vivaldi...) egli si sia in qualche modo impossessato dell'arte italiana, all'epoca caratterizzata principalmente dalla variazione tematica, ma soprattutto da una polifonia spesso meno densa e complessa di quella tedesca, e volta maggiormente a evidenze melodiche (Italia patria del belcanto...) che a rigiri contrappuntistici alla maniera fiamminga.
Ecco quindi sbocciare il programma del concerto: si inizia con la Fantasia e Fuga in La minore BWV904, composizione a me un po' meno nota del compositore tedesco ma che mi ha colpito in particolar modo per il carattere musicale espressivo e un po' "patetico" della Fantasia introduttiva. Quindi, a seguire, il Concerto in Re minore BWV974, adattamento (spesso rielaborazione libera) del celebre Concerto per oboe di Alessandro Marcello. Degno di nota il Presto conclusivo, eseguito in maniera impeccabile e con un flusso continuamente stupefacente e brillante.
La seconda parte (senza soluzione di continuità dalla prima) ha visto l'esecuzione di un brano a me tanto caro quanto lungo il suo nome, il Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo BWV992. Questo brano è forse unico nella produzione bachiana per il fatto che è composto da brevi brani molto caratterizzati dal punto di vista "emotivo". Scritto da un Johann Sebastian nemmeno maggiorenne, narra di un episodio importante della sua vita, ovvero la partenza per la Svezia del fratello maggiore, anch'egli musicista, ed assunto appunto in nord Europa. Bach non rivedrà mai più il fratello per tutta la vita, e la commozione del distacco è palpabile già dal primo brano, dolcissimo e quasi sempre per intervalli di seste, quasi un canto bivocale (che Luca Oberti ha interpretato con grande semplicità e molto trasporto). Notevoli anche l'Adagiosissimo, lievemente fiorito qui e là dall'esecutore, e la conclusiva Fuga all'imitazione di Posta.
Conclude il concerto il celeberrimo Concerto nach Italienischem Gusto BWV971, composizione che non ha bisogno di presentazioni, ma che Luca esegue in maniera direi strabiliante. E, ancora una volta, il finale in Presto si rivela travolgente, con momenti di pura esaltazione.

Ho davvero goduto di un repertorio eseguito su uno strumento vicino a quello originale, un repertorio a tratti poco proposto e a tratti super conosciuto in ambito di musica classica. Sono veramente grato a Per antiche contrade, che ha creato questa splendida occasione di ascolto e "degustazione".
Lascio qualche scatto rubato durante il concerto.

 






Alla prossima!
Andrew

venerdì 22 giugno 2018

Recensione di "Notturni rossi" da parte di Gian Luigi Bonardi (su ilmiolibro.it)

Dopo neanche due giorni dalla mia recente pubblicazione, sul sito ilmiolibro.it un iscritto di nome Gian Luigi Bonardi ha scelto di leggere la mia raccolta di poesie e di stenderne una libera recensione, che ho molto apprezzata, soprattutto perché non me la sarei proprio aspettata così alla svelta!

Non mi dilungo -come al solito ho poco tempo, uffa!- ma vi lascio QUI il link dove è possibile leggerla.
Vi comunico anche che, qualora vi piaccia l'idea, una recensione potete farla anche voi. Se non ho capito male, su ilmiolibro.it si ha la possibilità di leggere una copia digitale gratuita del mio libro (essendo fra le nuove proposte) con la clausola di scrivere poi una libera recensione.

A presto!
Andrew

mercoledì 20 giugno 2018

Nuova pubblicazione: "Notturni rossi"

Oggi parlo di qualcosa che mi riguarda in prima persona. Dopo ben 8 anni dalla pubblicazione di Mùrmure, la mia prima raccolta di poesie (potete trovare QUI delle informazioni utili, se volete), ho deciso di ripetere questa esperienza e di pubblicarne un'altra. 

Si chiama Notturni rossi. E' una passeggiata più o meno lunga e più o meno tracciata; un'opera che ho creato in poco tempo e senza troppo pensarci su. In ordine cronologico sarebbe la mia quinta raccolta di poesie: un paio restano private, ed un'altra, antecedente a Notturni rossi, sul punto di pubblicarla l'ho percepita incompleta e un po' irrisolta, ed ho quindi preso del tempo per lasciarla maturare e rivederla a tempo debito.

Ho voluto espressamente, in Notturni rossi, togliere qualunque possibile istinto di rendere prestabilito, progettato o poco spontaneo il tutto. Le poesie contenute sono prevalentemente degli ultimi 18-20 mesi, ma altre vengono anche da molto lontano. Ascoltando l'estro e "la pancia", sono andato a ripescare cose "vecchie" ma ancora attuali, che ho inserito o rivisitato.
Non voglio dilungarmi con le mie parole. Preferisco lasciarvi un estratto della prefazione, scritta da Marco Greppi, e lasciarvi un link dove poter guardare meglio l'opera e, perché no, acquistarla:

"[...] Il percorso di lettura che ci propone l’autore non è causale, piuttosto sincronico, quasi alchemico, laddove, partendo dal movimento di passeggiate si arriva alla multiformità entropica dei brandelli consunti e macerati dal fumo e nell’alcol utilizzato come catalizzatore nella soluzione alchemica di questa Rubedo. Ed è “quest’ultima” fase che conferisce colore e aggettivo ai Notturni; in cerca di una finale energia e, contemporaneamente, esplodendo di passione e di sangue; notturni inevitabilmente rossi forse per cercare il rosso della rivoluzione, della ribellione verso attimi persi. Notturni rossi, perché rosso è, tra tutti, il colore intermedio tra il bianco e il nero, tra la presenza e l’assenza."

QUI potete trovare la pagina del sito ilmiolibro.it dove eventualmente visionare ed acquistare la raccolta.
Vi lascio anche l'immagine estremamente essenziale che ho scelto come copertina:

A presto, e fatemi sapere se vi piace!
Andrew

martedì 12 giugno 2018

Concerto dei doppio coro "Open Space" (2 Giugno - Circuito Organistico Internazionale in Lombardia - AGiMus Lombardia e Associazione Le 7 note)


Ahimé è già trascorsa più di una settimana dall'evento di cui parlerò in questo post. Purtroppo gli impegni della mia quotidianità non mi hanno concesso di occuparmene prima e di stendere una breve recensione.
Sabato 2 Giugno sono stato alla Chiesa di S. Giorgio di Almenno S. Salvatore (BG) per ascoltare un concerto di voci a capella, il doppio coro "Open Space". Per la precisione, i due cori concomitanti erano il "Legictimae Suspicionis", e il "Vokal Total". Quest'ultimo, un coro formato da giovani ragazzi e ragazze provenienti dal Liceo "Secco Suardo" di Bergamo.
Il programma prevedeva musiche di varie epoche e di differenti ambiti, sacri e profani, popolari e “colte”. Gli autori, i più disparati, dai noti Orlando di Lasso e Pierluigi da Palestrina, o Dowland, ad autori meno proposti come Lechner, Enrico VIII Tudor o addirittura canti popolari e di anonimi del XV e XVII secolo.
La Chiesa di S. Giorgio è un luogo poco utilizzato, ma a mio parere molto suggestivo quanto adatto a questo genere di iniziative. L'acustica è buona, lo scenario luminoso e l'aspetto estetico si presta a molteplici utilizzi. Speriamo sia possibile, con il tempo, vederla sempre di più aperta che chiusa.



Sono arrivato al concerto, a dire il vero, un po' col punto di domanda sopra la testa. Un po' perché, di tutto il programma, conoscevo pochissimi brani; un po' perché non conoscevo nemmeno le due formazioni corali. Ma devo proprio ammettere che sono rimasto sorpreso sia nell'uno che nell'altro caso. La preparazione vocale era notevole, la direzione, alla mano di Donato Giupponi, era chiarissima e molto efficace, la compattezza sonora e l'unità ritmica, anche nei tratti polifonici, pienamente riuscita. E ciò mi ha molto rallegrato e confortato, anche appunto per la presenza di un coro formato da giovani liceali, a testimonianza di come ancora oggi la buona musica unisca, possa unire e possa appassionare anche i ragazzi, che non si finisce mai di criticare per i comportamenti diciamo più “clichés”.

Ma torniamo al concerto. La cosa che ho più apprezzato è stata l'aver concepito l'intero evento come un percorso musicale in interazione con gli ascoltatori. Inaugurato da una sorta di motto di apertura declamato da uno dei cantori, ha come rievocato quella usanza teatrale di certe commedie del 500-600, con la quale si enunciava la morale delle vicende inscenate, o si invitava semplicemente il pubblico a dare la propria attenzione. Ho visto, inoltre, alternarsi varie formazioni e varie “masse corali”, disposte in modo direi quasi coreografico, con persone più avanti ed altre più indietro, sul piano dell'altare o giù dai gradini. O fino a creare un cerchio attorno ai banchi della chiesa, cerchio nel quale racchiudere l'intero corpo di spettatori ed immergerli totalmente nel riverbero armonico dei canti, spesso accompagnati dal suono di bicchieri di cristallo sfregati con i polpastrelli bagnati.

Veramente suggestivo, e direi anche un po' fuori dal tempo. Ecco qualche fotografia, in modo che possiate averne una idea.









Alla prossima!
Andrew

sabato 2 giugno 2018

"Laudate Eum in sono tubae" (Arte e Musica Antica - 37ma edizione - 30 Maggio 2018)

Un problema di "omonimia" di qualche tempo fa mi ha portato a conoscenza dei concerti proposti alla chiesa di S. Bernardino di Lallio dalla rassegna Arte e Musica Antica. Purtroppo ho avuto modo di presenziare solamente a... uno e mezzo, direi.
La chiesetta in questione è splendida, completamente affrescata, densa di un'atmosfera di raccoglimento e di un vissuto lontano (infatti è cinquecentesca)... ma è molto piccola, e pertanto offre non moltissimi posti a sedere. La prima volta ho assistito a metà di un concerto stando seduto sul gradino del sagrato; ero arrivato il prima possibile, ma a quanto pare già troppo tardi per trovare un posto all'interno.






Questa volta ho avuto occasione di arrivare molto prima e di addirittura scegliere il posto più congeniale per l'ascolto e lo scatto di qualche fotografia. In programma c'erano l'UtFaSol Ensemble (in collaborazione con gli allievi della scuola civica Artemia di Osio Sopra) e l'Ensemble G. Carissimi di Lecco. 
La particolarità, per me, di questa occasione, è stata di aver sentito suonare per la prima volta strumenti antichi diversi dagli archi o dal cembalo: in particolare il cornetto (di cui ha fatto un excursus Pietro Modesti nell'introduzione al concerto) o la bombarda, o anche i tromboni più vicini a quelli dell'epoca che ai nostri attuali moderni.

Il concerto ha alternato l'esecuzione di brani dall'organico differente ed alternato: con entrambi gli ensembles sul "palco", come lo Stabat Mater di Scipione Stella (che mi è piaciuto moltissimo!) o Regina Coeli di Francesco Soriano, con il coro all'unisono per tutto l'inizio del brano; con alcuni strumenti accompagnati dall'organo, come il Ricercar del Duodecimo tuono o la Canzon Terza dei due Gabrieli o Anima mea liquefacta est di Orlando di Lasso (altro brano che ho gradito molto), o ancora Qui manducat meam carnem di Claudio Merulo, con l'uso dei 4 tromboni soli; ed infine altre formazioni con alcuni solisti del coro accompagnati dagli strumenti: ecco quindi ad esempio il caro Monteverdi, con il suo Deus tuorum Militum.
Il clima della chiesa di S. Bernardino ha esaltato l'aura quasi "ascetica" e a volte spirituale della musica eseguita. Notevole la preparazione di entrambe le formazioni. Bello il suono del cornetto, anche se devo ammettere di averci messo un pochino per scindere il suo timbro così particolare dagli altri, attendendo quegli sprazzi in cui il suo ruolo era preponderante, o i suoi brevi momenti diciamo solistici e le sue "fioriture" conclusive.

[Ogni volta che ascolto concerti di musica barocca ed antica mi torna la voglia di suonare il clavicembalo -che non ho, ahimé, ma col quale ho avuto un paio di anni di felice e curiosa esperienza nella mia formazione in conservatorio- e affrontare questo repertorio a suo modo così interessante e ricco. E mi rendo conto di come la scelta del pianoforte come mio strumento non mi abbia precluso l'amore per altri repertori, soprattutto quelli in cui ancora lui non era ancora nato.]

Ringrazio il "felice equivoco" che mi ha concesso la possibilità di entrare in contatto con un repertorio che ancora non avevo ascoltato dal vivo, e che mi è davvero piaciuto.
Lascio le consuete fotografie, e rimando alla prossima occasione!













A presto!
Andrew