domenica 30 settembre 2018

La mano infuocata di Passerini per il concerto d'anteprima delle Serate Musicali (Milano, Sala Verdi del Conservatorio, 24 Settembre)

Rieccomi qui dopo qualche giorno, per condividere un altro articolo scritto per Le Salon Musical!

Questa volta i protagonisti sono diversi, ma tutti in un solo concerto: l'Orchestra Antonio Vivaldi, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza e i Cori di voci bianche della Civica Scuola di Musica di Sondrio e della Scuola Goitre di Colico. In programma il Boléro di Ravel e Carmina Burana di Carl Orff, sotto la bacchetta del M° Lorenzo Passerini.

Di seguito il testo completo del articolo:

"La mano infuocata di Passerini per il concerto d'anteprima delle Serate Musicali 
(Milano, Sala Verdi del Conservatorio, 24 Settembre)

Lunedì sera, 24 Settembre, presso la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, ha avuto luogo il concerto-anteprima delle Serate Musicali di Milano, stagione di concerti che costelleranno i prossimi mesi fino a metà Giugno 2019.
Il programma dell'anteprima era molto interessante e massiccio: il famosissimo Boléro di Maurice Ravel e le altrettanto celebri cantiones profanae di Carmina Burana di Carl Orff.
Vorrei, anzitutto, sottolineare l'ottima preparazione dell'Orchestra Antonio Vivaldi e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza; e, in particolare, dei due cori di voci bianche della Civica Scuola di Musica della provincia di Sondrio e della Scuola Goitre di Colico: è stato veramente emozionante constatare quale preparazione, quale professionalità avessero questi giovani ragazzi.
Vorrei fare, inoltre, un cenno all'energia trascinante e al gesto appassionato del direttore, il M° Lorenzo Passerini, il quale ha dato all'intero programma un'impronta raffinata ma straripante di vigore: certi fortissimo dell'intero organico riempivano la Sala e tenevano gli ascoltatori con gli occhi letteralmente sbarrati.
Il Boléro si è aperto cautamente, aprendosi lentamente come un fiore notturno. Passerini ha ben lasciato desiderare il culmine conclusivo, ed ha reso percepibile ogni ispessimento della scrittura orchestrale. Ricordiamo che quest'opera del compositore basco, scritta istigato dalla celebre ballerina russa Ida Rubinstein e da lui espressamente destinata al balletto, è nata un po' svogliatamente, appunto con l'idea di non proporla come musica fine a se stessa, credendola incapace di coinvolgere il pubblico senza i danzatori. Come si sbagliava! Tutti, oggi, possiamo renderci conto di quale eco essa abbia avuto e di quanto essa si associ quasi indissolubilmente al nome del compositore stesso.
Apparentemente quasi un mini-compendio di alta orchestrazione, Ravel sceglie un solo ed unico motivo, diviso in due parti – una dal carattere più dolce, l'altra più calda e sensuale – che, come venendo da lontano e con pochi strumenti, via via si avvicina fino a travolgere e divorare chi la ascolta. Come dicevo, in questo Passerini ha reso appieno la sensazione, giungendo alla fine con una vera e propria esplosione di colori, dimostrando il raffinatissimo gusto e genio orchestrale di Ravel.
Dopo una breve pausa, ecco cominciare la celeberrima e quasi brutale “O fortuna”, prima delle canzoni profane dei Carmina Burana di Orff. Nonostante la lunghezza di quest'opera imponente, il pubblico non cede e mantiene l'attenzione, si lascia assorbire dall'inquietudine di Fortuna Imperatrix Mundi, dalle visioni iraconde e d'osterie di In taberna e dalle dolci, a volte struggenti, immagini di Cour d'amours. Qualche piccolo cedimento del coro femminile non inficia la piena riuscita dell'esecuzione, mentre quello maschile non manca un colpo, interpretando magistralmente il sillabato serrato di In taberna quando sumus. I tre solisti declamano impeccabilmente: Anna Delfino (soprano) stupisce con i sovracuti di “Dulcissime! Ah! / Totam tibi subdo me!”, il controtenore Antonio Giovannini con un'ottima presenza scenica e la massima cura nell'articolazione verbale; Enrico Maria Marabelli ci regala una bella voce piena di baritono, una splendida “Dies, nox et omnia”, ed un breve sketch giocoso con il direttore d'orchestra.
Ecco ritornare sulla scena l'iconica “O fortuna”, che con l'esecuzione iniziale pare erigere due enormi colonne entro le quali si svolge l'intero possente racconto musicale di Orff. Il fragore orchestrale-corale raggiunge il vertice ed ecco che la musica si chiude, imperativamente.
La forte emozione che dilaga nel pubblico non lascia nemmeno un secondo di silenzio, e straripa in lunghissimi applausi che richiamano più volte sul palco il direttore d'orchestra, i tre solisti ed i maestri di coro.
Un'anteprima di stagione che è un vero trionfo."











A prestissimo!
Andrew

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