Torno a pubblicare qualcosa qui dopo un periodo di ferma. Mi dispiace sempre quando non riesco a tenere una certa continuità, ma non sempre è possibile.
Ad ogni modo, sabato scorso sono stato a Milano ad ascoltare un concerto vocale tutto fiammingo, repertorio che apprezzo particolarmente. Ne ho scritto un articolo per Le Salon Musical, che lo ha pubblicato velocemente, e che condivido qui per intero:
"L'Harmonia
Cordis celebra i primi dieci anni nello stile fiammingo
Per
festeggiare il decimo anno di attività l'ensemble vocale Harmonia
Cordis ha scelto di offrire al pubblico un programma di stampo sacro
che accomunasse il periodo dell'Avvento con alcuni dei massimi
espositori delle sei generazioni di compositori fiamminghi.
Il concerto,
avvenuto presso la splendida Chiesa di San Calimero in Milano lo
scorso Sabato 15 Dicembre, orientava infatti su celebri nomi
dell'epoca, alias Guillaume Dufay, Johannes Ockeghem, Josquin Desprez,
Adrian Willaert e Orlando di Lasso, rievocando quei secoli – fra il
XIV e il XVI – in cui il mecenatismo delle corti spronò
inevitabilmente la nascita di un repertorio scritto ad hoc,
nonché il mutamento del ruolo del compositore da mero ligio ai
rigorosi dogmi ecclesiastici, i quali spingevano verso il
contenimento del potere seduttivo della musica (potere riconosciuto
quanto temuto) per prediligere una percepibilità sine qua non
del testo declamato, ad autonomo creatore, virtuoso dimostratore
degli artifici contrappuntistici e polifonici. E le corti correvano
ad accaparrarsi i migliori compositori in circolazione, al fine di
celebrare, attraverso quel repertorio musicale sontuoso e complesso,
il fasto e la grandezza delle corti stesse.
Si comincia
con Veni Redemptor gentium, inno ambrosiano dell'Avvento,
intonato dall'abside, per passare ad un altro inno a 3, Ave maris
stella del già citato Dufay, e seguire con Credite Salvatorem
nostrum, intonato da una splendida voce femminile solista:
l'ensemble Harmonia Cordis mette così in luce da subito le proprie
qualità, distinguendosi per la pulizia delle voci, la morbidezza
dell'emissione e l'equilibrio sonoro fra le parti.
Quindi si
passa alla Missa D'ung aultre amer, messa a 4 di Josquin
Desprez scritta sull'omonima celebre chanson di Johannes Ockeghem (il
quale fu maestro dello stesso Desprez) che presenta uno stupendo Tu
solus qui facis mirabilia in sostituzione del comune Benedictus.
Ma il punto più alto dell'intero concerto è forse il brano
successivo, O bone et dulcis Domine Jesu, sempre del medesimo
autore, un mottetto a 4 con doppio cantus firmus; per l'occasione,
l'ensemble si dispone diversamente, creando due “schiere battenti”
ai lati (rispettivamente Altus e Bassus, ai quali sono
affidati i due cantus firmus) circondando le 4 parti. In questo caso
la politestualità, il tratto saliente dei mottetti, è più
che evidente: mentre le 4 parti intonano il canto principale, gli
Altus declamano un Pater Noster e i Bassus una
versione breve dell'Ave Maria, creando un gioco fonetico
dinamico e accattivante.
Il
repertorio despreziano si completa con Ave Maria...Virgo serena,
mottetto a 4 su testo mariano al quale il compositore antempone al
testo una strofa che riferisce all'annunciazione e ne accoda un'altra
nella quale chiede alla Vergine di intercedere per lui.
Chiudono il
concerto due mottetti, di Adrian Willaert e Orlando di Lasso.
Rispettivamente, O magnum mysterium, celebre mottetto a 4 in
due parti in cui la teoria degli affetti si presenta
inequivocabilmente, strizzando lontanamente l'occhio alla maniera
madrigalistica; e Resonet in laudibus, mottetto a 5 voci che
pone le basi su di un carol del '300. Curiosa è la presenza
dell'esclamazione “eya!”, che non fa soltanto da puro pretesto
contrappuntistico ma anche da vera e propria propulsione sonora.
Dopo uno
scroscio di applausi e ringraziamenti, è ancora dalla pratica dei
carol che si ispira il bis dell'ensemble, con l'intonazione di
canti popolari natalizi in dialetti differenti, così come diverse
sono le provenienze di questa formazione corale così eterogenea
eppure sorprendentemente compatta."
Lascio le fotografie scattate e vi rimando alla prossima!
Andrew
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