Ciao a tutti!
Dopo non poco tempo torno qui per condividere l'ultimo articolo scritto per Le Salon Musical, testata online di musica con la quale collaboro ormai da qualche tempo. Questa volta il concerto era dedicato ai Divertimenti per archi di Mozart, oltre che al famoso Quintetto "Stadler", celeberrima composizione cameristica che vede protagonista quel bellissimo e multiforme strumento che è il clarinetto., proposti dal cartellone dedicato ai giovani musicisti di Merate Musica, stagione che seguo per quanto mi è possibile da qualche anno, e che ha offerto diversi appuntamenti interessanti e di ottimo livello (negli articoli precedenti, ad esempio, avevo recensito il concerto del Sestetto Stradivari, che eseguì magistralmente i due meravigliosi Sestetti per archi di Brahms).
Condivido come sempre il testo integrale, che, comunque, potete leggere anche sul sito originale direttamente QUI:
"La Stagione
di Merate Musica giunge alla sua ventiduesima edizione e propone, in
parallelo ai consueti concerti in Auditorium municipale, un gruppo di
incontri dedicati ai giovani promettenti musicisti del panorama
attuale. Sabato 10 Febbraio è toccato al Quartetto Bazzini Consort e
al clarinettista Fulvio Capra, i quali hanno colmato di ottima musica
mozartiana la bellissima sala di Villa Confalonieri.
Questi
giovani ragazzi hanno dimostrato ottime capacità esecutive e
notevole attitudine alla musica da camera: a partire dai Divertimenti
per archi K.137 e K.138, il Bazzini Consort ha spiccato
per precisione ritmica e cura nei confronti della parte, esaltando
gli episodi più spiegati e cantabili tanto quanto quelli più
elaborati e contrappuntistici. Notevole, in particolare, l'esecuzione
del primo tempo del Divertimento n.2 K.137 in Si bemolle
maggiore, Andante, che, per quanto anch'esso in forma sonata
(seppur in ridotte dimensioni), sorprende, oltre che per il fatto di
essere un movimento lento e non un tipico Allegro, per un incipit
alquanto struggente, per la continua mutevolezza umorale e la ricerca
di un'espressione più densa attraverso frequenti modulazioni e
interruzioni del discorso musicale.
Ben diverso,
e assai più riconoscibilmente mozartiano, il breve Allegro di
molto che segue, dal piglio deciso e frizzante, con uno sviluppo
quasi assente, una scrittura leggera e dall'insistenza su
accompagnamenti ribattuti. Chiude il Divertimento un Allegro
assai in tempo ternario – a tratti danzante e anch'esso in
forma sonata – ribaltando, se così si può dire, l'atmosfera
iniziale della composizione.
Segue, per
il medesimo organico, il Divertimento n.3 K.138 in Fa
maggiore, il quale presenta non poche analogie con il precedente dal
punto di vista delle strutture formali e dell'utilizzo degli spunti
tematici, ma ne differisce alquanto dal punto di vista espressivo: il
K.138 infatti è più leggero, quasi disimpegnato, forse più
“tradizionale”; non esordisce a sorpresa con un tempo lento
dall'atmosfera importante, ma con un Allegro diretto e ben
delineato a cui segue un Andante in Do maggiore dalla
fisionomia polifonicamente raffinata, di nuovo in forma sonata ma con
una ripresa priva del primo tema. Chiude, invece, un Presto in
forma di Rondò, dai tratti quasi popolari, con la tipica costruzione
per frasi ritornellate ma con la presenza di momenti in cui la
scrittura si fa leggera, addirittura a due sole voci, generando un
sottile gioco di stati d'animo e di sonorità, prima di chiudere
felicemente con l'ultima ripresa del refrain.
Dopo la
consueta pausa al Quartetto si aggiunge il giovane sopracitato
clarinettista, regalando una seconda parte interessante dedicata al
celebre Quintetto per clarinetto e archi K.581 in La maggiore,
detto “Stadler”. Interessante la scelta, qui, di andamenti
decisamente più sostenuti dei più consueti ascolti, per ciò che
riguarda l'Allegro iniziale – che ha visto un ottima voce di
violoncello, nelle sue parti “solistiche”, da parte di Federico
Bianchetti – ma soprattutto per il finale, un Allegretto con
variazioni che resta probabilmente fra le pagine più celebri
dello stesso Mozart: troviamo dunque una ricerca di brio e freschezza
che rischiano qua e là di penalizzare parzialmente quel che concerne
le sonorità d'attacco e gli equilibri fra le parti; ciononostante,
la tenuta praticamente perfetta e le agilità clarinettistiche di
Capra, unite alla scelta di accentazioni che possano variegarsi ad
ogni riproposta – questo visibilmente nel Minuetto e Trio,
rendono l'esecuzione non poco interessante e di grande effetto. Degno
di nota il bellissimo Larghetto, brano riproposto anche come
bis eseguito con grande dolcezza e morbidezza di suono, probabilmente
la pagina nella quale l'ensemble ha dato la sua miglior prova di
coesione e di unione."
Spero tanto di poter tornare presto, anzi, ne sono quasi certo. Anche perché ho diverse novità importanti ed altri appuntamenti in programma, che sicuramente condividerò qui.
Vi lascio qualche fotografia dei giovani musicisti del Quartetto Bazzini Consort e del clarinettista Fulvio Capra.
A prestissimo, dunque!
Andrew
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